E-Mail: [email protected]
- Melanoma no!: una campagna strategica lanciata a Cortina d'Ampezzo per sensibilizzare sul rischio di melanoma in montagna.
- 10%-12%: aumento dell'intensità dei raggi UV per ogni mille metri di altitudine.
- 85%: la neve aumenta l'esposizione ai raggi UV, rendendo la protezione essenziale.
- 39 tumori cutanei diagnosticati su diecimila uomini e 33 su diecimila donne nelle regioni montane.
La campagna di prevenzione “Montagna sì! Melanoma no!” avviata di recente a Cortina d’Ampezzo assume un’importanza strategica nel panorama delle iniziative sanitarie. Sotto il cielo limpido delle Dolomiti, la Regione del Veneto lancia un forte messaggio che ambisce a raggiungere un pubblico vasto e diversificato, proprio in vista dell’evento mondiale delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali. Questo progetto non è solo un invito alla consapevolezza, ma un richiamo all’azione, sottolineando come la prevenzione in alta quota sia cruciale per la salute della pelle.
L’iniziativa mira a contrastare il trend crescente di melanomi diagnosticati nelle regioni montane, puntando i riflettori sulla necessità di protezione dai raggi ultravioletti in un contesto spesso trascurato. L’incontro di presentazione a Cortina ha visto la partecipazione di figure illustri del settore sanitario, come l’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali del Veneto, Manuela Lanzarin, e il Dott. Sandro Cinquetti dell’Azienda Ulss 1 Dolomiti, tra altri esperti. Questi esperti hanno sottolineato la necessità di diffondere con forza l’informazione secondo cui il pericolo di esposizione ai raggi solari riguarda tutti, senza alcuna eccezione, neppure nelle località montane.
La scienza dietro il rischio: altitudine e radiazioni UV
L’intensificazione dei raggi ultravioletti (UV) si manifesta in modo particolarmente pronunciato nelle elevate quote atmosferiche; qui infatti l’aria appare tanto più rarefatta quanto trasparente, fattori che consentono una penetrabilità superiore delle radiazioni stesse. A destare preoccupazione sono i dati recenti, i quali attestano un incremento nell’intensità degli UV pari al 10% o addirittura al 12% per ogni mille metri d’altitudine. Ad avvalorarne gli effetti dannosi vi è anche la capacità riflettente della neve; questa contribuisce ad accrescere ulteriormente l’esposizione ai raggi UV del 85%. La scienza riconosce formalmente come tali fattori rendano le zone montane ambienti vulnerabili per la salute dermica degli individui; ciò va contro il comune luogo comune secondo il quale le sole situazioni critiche riguarderebbero località balneari o quelle affacciate su latitudini tipicamente mediterranee.
D’altronde, dati recenti avevano già sottolineato una preoccupante crescita dei casi di melanoma tra le popolazioni montanare: uno studio svolto sul territorio dell’Azienda ULSS 1 Dolomiti, ha evidenziato come dall’anno 1990 fino al 2021, si sia verificata un’ascesa nella diagnostica dei suddetti tumori cutanei; infatti i tassi hanno toccato quota ben 39.b circa su diecimila uomini e ~33.b su diecimila donne. Tali cifre dipingono dunque una situazione assai intricata dove emerge necessaria – ed urgente – non solo consapevolezza ma interventi mirati volti ad affrontare efficacemente questa realtà sanitaria allarmante.

- 🏔️ Bravo, Veneto! Protezione in montagna fondamentale......
- 😬 Un'altra campagna? Funzionerà davvero questa volta?......
- 🔍 Riflettiamo: la montagna inganna, ma educa su......
Interventi strategici e consapevolezza pubblica
La conferenza tenutasi a Cortina si è rivelata un’occasione preziosa per discutere su quanto sia fondamentale concepire la prevenzione non soltanto quale atto isolato dell’individuo, ma anche come un investimento strategico al servizio della comunità. La Prof.ssa Alessandra Buja, assieme ad altri esperti, ha messo in evidenza che è imprescindibile radicare un approccio preventivo nelle abitudini degli appassionati di escursionismo e sci. A tal proposito, sono necessarie campagne educative capaci di attrarre soggetti appartenenti a diverse generazioni.
Un obiettivo decisamente semplice ma incredibilmente incisivo perseguito dalla campagna riguarda la diffusione dell’utilizzo delle creme solari caratterizzate da elevate capacità protettive tra coloro che frequentano le montagne; inoltre, è essenziale promuovere modalità corrette d’abbigliamento comprendente cappelli con ampia visiera e occhiali da sole con filtri specifici. Se tali pratiche protettive vengono insegnate fin dall’infanzia, potranno apportare notevoli benefici nei decenni futuri, riducendo drasticamente il rischio di sviluppare malattie cutanee.
Una consapevolezza che cresce
Le iniziative attuate a Cortina vanno oltre una semplice soluzione ai problemi esistenti: esse simboleggiano un costante impegno verso una società meglio informata e maggiormente attenta. Non sono solo fondamentali nella lotta contro il melanoma, ma veicolano anche un messaggio ampio sulla responsabilità collettiva riguardante l’autocura. In uno scenario montano capace spesso di dare false impressioni tramite le sue bellezze naturali e falsi sentimenti di protezione, sviluppare piena consapevolezza emerge come essenziale per vivere sani e al riparo da rischi.
Quando consideriamo l’alpinismo odierno, è cruciale afferrare che interagire con le condizioni meteorologiche implica qualcosa di più rispetto a semplici percezioni fisiche. Qui vi è uno stretto legame fra individuo ed ambiente naturale: tale connessione necessita attenzione meticolosa e preparazioni adeguate per affrontare eventualità impreviste. I requisiti necessari per adottare strategie integrate volte ad assicurare vitalità sulle montagne travalicano i confini del singolo alpinista; richiedono invece lo sforzo dell’intera comunità locale. La prevenzione diviene allora quel delicato intreccio invisibile atto a rinforzare le nostre vite in equilibrio con gli ecosistemi circostanti: pertanto il vero maestro della montagna eccelle non soltanto nell’ascensione delle cime vertiginose; egli riesce anche ad instaurare relazioni profonde nel rispetto degli spazi naturali conquistati. Questa iniziativa si configura non soltanto come una lotta contro il melanoma ma anche come un invito a riflettere su come pratiche di vita sostenibili possano valorizzare simultaneamente la salute individuale e l’ammirazione per le strepitose Dolomiti. Così facendo, mentre ci dirigiamo verso vette sempre più elevate,assimiliamo, insieme a un percorso naturalistico rigenerante,una protezione integrale – sia mentale che corporea.. È proprio in tale armonia che scorgiamo l’essenza profonda delle nostre esperienze montane; esse diventano così viaggi emblematici che tendono alla coscienza ecologica e alla conservazione ambientale. Ogni attimo trascorso si trasforma allora in una rete complessa di scelte consapevoli e doveri collettivi.