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- La nuova via 'Bianco Invisibile' si estende per 800 metri sulla parete est dell'Aiguille Blanche de Peuterey.
- François Cazzanelli e Giuseppe Vidoni hanno completato la salita in poco più di 18 ore, dimostrando abilità e preparazione eccezionali.
- La salita sulle Grandes Murailles, chiamata 'L’Esprit des Murailles', presenta difficoltà fino a AI4 e M5, ed è stata completata in 10 ore.
Un’impresa straordinaria sul Monte Bianco
François Cazzanelli e Giuseppe Vidoni hanno recentemente compiuto un’impresa notevole nel mondo dell’alpinismo, aprendo una nuova via chiamata “Bianco Invisibile” sulla parete est dell’Aiguille Blanche de Peuterey, nel gruppo del Monte Bianco. Questa via, con difficoltà classificate come 6c, M7, AI5, si estende per 800 metri e culmina alla Brèche, a un’altitudine di 3900 metri. La salita, caratterizzata da un impegno fisico e tecnico significativo, è stata completata in poco più di 18 ore, un tempo che sottolinea l’eccezionale abilità e preparazione dei due alpinisti. L’avventura è iniziata alle 4:30 del mattino, quando Cazzanelli e Vidoni hanno lasciato le case di Peuterey, a 1500 metri di altitudine in Val Veny, con sci e pelli. L’obiettivo era ambizioso: aprire una nuova via in giornata, portando con sé tutto il materiale necessario. Dopo aver superato un dislivello di circa 1600 metri con gli sci, i due hanno affrontato un diedro iniziale, seguito da una serie di goulotte e un salto verticale, prima di raggiungere il canale che li ha condotti alla Breche. La discesa è iniziata alle 18, riportandoli in Val Veny.

Una nuova sfida sulle Grandes Murailles
Non è la prima volta che Cazzanelli e Vidoni si distinguono per le loro imprese alpinistiche. All’inizio dell’anno, precisamente il 1 gennaio, il duo ha aperto una nuova via di ghiaccio e misto sul versante sud-est delle Grandes Murailles, al di sopra del Ghiacciaio di Cherillon, situato nel gruppo del Cervino. La via, denominata “L’Esprit des Murailles”, è lunga 500 metri e presenta difficoltà fino a AI4, M5, 6? e A2. La salita è stata descritta come impegnativa, includendo una sezione complicata su un tetto, una magnifica goulotte e un passaggio di roccia su pietra di qualità eccellente.
Cazzanelli ha condiviso che l’idea di questa via era già presente da tempo, ma le condizioni della linea erano incerte. Dopo un tentativo fallito il 30 dicembre a causa delle condizioni sfavorevoli sulla Cresta del Leone del Cervino, l’apertura della nuova via è stata un regalo di inizio anno. La salita è stata completata in 10 ore, grazie alla traccia battuta nei giorni precedenti e all’uso di sci e pelli per l’avvicinamento.
Il contesto dell’alpinismo moderno
Le imprese di Cazzanelli e Vidoni si inseriscono in un contesto più ampio di alpinismo moderno, caratterizzato da un approccio sempre più tecnico e veloce. L’apertura di nuove vie in tempi ridotti è diventata una sfida che molti alpinisti cercano di affrontare, spinti dalla voglia di esplorare e superare i propri limiti. Questo tipo di alpinismo richiede non solo una preparazione fisica e tecnica eccellente, ma anche una pianificazione meticolosa e una capacità di adattamento alle condizioni mutevoli della montagna.
Il Monte Bianco e il Cervino, con le loro imponenti pareti e goulotte, offrono un terreno ideale per queste sfide. Le condizioni climatiche e le difficoltà tecniche delle vie richiedono agli alpinisti di essere preparati a tutto, dalla scalata su ghiaccio e misto alla gestione dei rischi associati a queste imprese.
Riflessioni sull’alpinismo e la montagna
L’alpinismo è un’attività che richiede una profonda comprensione della montagna e delle sue dinamiche. Una nozione base da considerare è l’importanza della sicurezza e della preparazione. Gli alpinisti devono essere consapevoli dei rischi associati a ogni salita e prepararsi adeguatamente per affrontarli. Questo include la conoscenza delle tecniche di arrampicata, l’uso corretto dell’attrezzatura e la capacità di valutare le condizioni meteorologiche e della montagna.
Una nozione avanzata riguarda l’etica dell’alpinismo. Gli alpinisti moderni sono sempre più consapevoli dell’importanza di rispettare l’ambiente montano e di minimizzare l’impatto delle loro attività. Questo si traduce in pratiche come il “leave no trace”, che incoraggia a lasciare la montagna come la si è trovata, e l’uso di attrezzature e tecniche che riducono l’impatto ambientale.
In conclusione, le imprese di Cazzanelli e Vidoni ci invitano a riflettere sul significato dell’alpinismo moderno. Non si tratta solo di superare sfide fisiche e tecniche, ma anche di abbracciare un’etica che rispetti la montagna e il suo ambiente. La montagna ci offre un’opportunità unica di connessione con la natura e con noi stessi, e sta a noi preservare questa esperienza per le generazioni future.