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- Il 4 marzo 2025 è stata una serata commemorativa dedicata a Guido Machetto, con la partecipazione del Cai Biella e la Fondazione Sella.
- Carla Machetto ha donato numerosi documenti e fotografie alla fondazione per preservare la memoria di Guido.
- La spedizione del 1973 all'Annapurna segnata da una valanga tragica, ma è stata fondamentale per l'alpinismo italiano.
- Gian Luca Cavalli guiderà una nuova spedizione all'Annapurna, concepita come omaggio a Machetto e ai suoi compagni.
Un Tributo a Guido Machetto: Eredità e Nuovi Orizzonti
Il 4 marzo 2025 segna una data significativa nella storia dell’alpinismo grazie a una serata orchestrata dal Cai Biella in collaborazione con la Fondazione Sella. Quest’evento commemorativo è stato dedicato a Guido Machetto, illustre alpinista biellese scomparso nel lontano 1976. Durante l’incontro è avvenuta una cospicua donazione: numerosi documenti e fotografie sono stati trasferiti alla Fondazione Sella da parte di Carla Machetto, sorella di Guido. Questa scelta si inserisce nell’intento preciso di preservare la memoria del fratello e renderla accessibile a chi nutre passione per l’ambiente montano. Si deve ricordare che Guido Machetto è stato un pioniere dell’alpinismo moderno; egli aveva già tracciato vie innovative verso uno stile alpino divenuto poi emblematico nelle spedizioni in Himalaya negli anni ’80. Il suo approccio all’alpinismo rapido ed essenziale basato sull’autosufficienza continua ad influenzare le nuove generazioni nella pratica delle scalate.
La Spedizione del 1973: Un Sogno Incompiuto
Nel corso dell’anno 1973, Guido Machetto condusse una significativa spedizione diretta all’Annapurna, considerata la decima vetta più elevata del pianeta. L’intento principale era quello di esplorare e tracciare una nuova via alpinistica in uno stile puramente alpino. Tuttavia, quella che doveva essere una grande avventura si trasformò presto in dramma: infatti, il campo fu colpito da una valanga devastante che portò alla tragica scomparsa dei suoi compagni Miller Rava e Leo Cerruti. L’Annapurna rimase per Machetto un traguardo irraggiungibile e quell’ambizione lo seguì fino al suo doloroso trapasso nel 1976. Questa missione del ’73 segnò indubbiamente un capitolo fondamentale nell’evoluzione dell’alpinismo italiano; essa rifletteva l’ardimento di tentare ascese su montagne superiori agli ottomila metri utilizzando equipaggiamento minimalista e senza ricorrere a sistemi ausiliari d’ossigeno. Tale filosofia d’approccio ha gettato le basi per riconsiderare gli orizzonti delle moderne esplorazioni ad alta quota.
Il Futuro dell’Alpinismo Biellese
Durante la serata si è compiuto un significativo trasferimento del testimone verso le giovani generazioni che praticano l’alpinismo. L’alpinista accademico del CAI Gian Luca Cavalli ha rivelato i dettagli riguardanti una imminente spedizione diretta all’Annapurna, intendendo riportare alla luce il sogno inizialmente concepito da Machetto. Ha dichiarato: “Questa impresa non è solo una sfida alpinistica, ma un omaggio simbolico a Guido e ai suoi compagni caduti”. Insieme ai collaboratori Cesar Rosales e Donatella Barbera, Cavalli sta preparando le valigie per intraprendere questo viaggio in Nepal con l’obiettivo di portare a termine il percorso delineato da Machetto stesso. Patrocinata dal CAI Biella, questa spedizione assume dunque significati più profondi: diviene infatti un valido mezzo attraverso cui rispettare la memoria storica legata a Machetto mentre ci si dedica ad esplorazioni audaci nel campo dell’alpinismo contemporaneo.

Conclusioni: Un Eredità di Valori e Sogni
La serata dedicata a Guido Machetto ha messo in luce non solo le sue imprese alpinistiche, ma anche i valori che ha incarnato: coraggio, visione e amore per la montagna. La sua eredità continua a ispirare nuove generazioni di alpinisti, che vedono in lui un modello di dedizione e passione. L’iniziativa di Gian Luca Cavalli e del suo team di riprendere il sogno dell’Annapurna è un segno tangibile di come la memoria di Machetto continui a vivere e a stimolare nuove avventure.
In montagna, l’alpinismo non è solo una questione di tecnica e forza fisica, ma anche di spirito e connessione con la natura. La nozione di “stile alpino” introdotta da Machetto ha rivoluzionato il modo di affrontare le grandi vette, promuovendo un approccio più rispettoso e sostenibile. Questo stile, che privilegia l’autosufficienza e la leggerezza, continua a essere un punto di riferimento per gli alpinisti di oggi.
Riflettendo su queste storie, emerge l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio culturale dell’alpinismo. Le cime montuose non costituiscono soltanto delle prove da superare; esse si configurano come ambiti di esplorazione e riflessione profonda. In un’epoca segnata dall’urgenza delle problematiche ecologiche, l’alpinismo rappresenta un modello esemplificativo per una vita in simbiosi con l’ambiente, rispettandone le leggi intrinseche e il proprio ritmo naturale. La narrazione attorno alla figura di Guido Machetto evidenzia come anche i sogni parzialmente incompleti possano continuare a brillare e infondere ispirazione, aprendo nuove strade verso il futuro imminente.