E-Mail: [email protected]
- Il progetto ALTe coinvolge attivamente la comunità di Gandino per garantire politiche di sviluppo adattabili.
- La vecchia seggiovia Gandino-Farno è stata individuata come uno dei principali spazi da riqualificare.
- Il progetto mira alla replicabilità, proponendosi come modello per altre comunità montane in crisi.
Le terre alte della Lombardia, con i loro paesaggi mozzafiato e l’aria fresca delle montagne, hanno rappresentato a lungo un rifugio per gli amanti della natura e degli sport invernali. Tuttavia, questi luoghi, che un tempo si animavano di visitatori attratti da sport come lo sci, si trovano oggi a fare i conti con sfide senza precedenti. Le temperature globali in aumento e i cambiamenti climatici hanno provocato una crisi nel settore del turismo invernale, lasciando impianti sciistici abbandonati e economie locali in difficoltà. Il progetto ALTe (Alpine Leisure Transformation) nasce da questa urgenza di reimmaginare e rivitalizzare le comunità montane. In particolare, il paesino di Gandino è stato scelto come banco di prova per un’iniziativa che combina innovazione e sostenibilità, tentando di trasformare il declino in un?opportunità di rinascita. La decisione di utilizzare Gandino come caso studio non è stata casuale: il paese offre un mix unico di patrimonio storico, culturale e naturale, e rappresenta un archeologo delle trasformazioni che molte aree montane stanno affrontando.
Strategie di trasformazione e coinvolgimento locale
La strategia del progetto ALTe si fonda su un principio fondamentale: il protagonismo delle comunità locali. Invece di imporre un cambiamento dall’alto, il progetto cerca di coinvolgere attivamente gli abitanti di Gandino nel processo decisionale e di trasformazione. Questo approccio participativo è visto come essenziale per garantire che le nuove politiche di sviluppo siano adattabili alle esigenze e alle peculiarità del territorio. Tra le varie azioni pianificate, una delle più significative è la riconversione delle infrastrutture legate al turismo invernale ormai dismesso. Gli impianti sciistici abbandonati, come la vecchia seggiovia Gandino-Farno, sono stati individuati come spazi da riqualificare, trasformandoli in risorse multifunzionali che possano contribuire alla crescita economica e sociale della comunità. Il sindaco di Gandino, Filippo Servalli*, sottolinea come questo progetto offra non solo *la possibilità di restituire vitalità a strutture altrimenti inutilizzate, ma anche di ripristinare il valore storico e culturale delle zone circostanti, integrando la memoria del passato con le esigenze del presente.

- Progetto ALTe: innovazione e sostenibilità in Gandino! 🌿✨......
- Sarà davvero replicabile altrove? Dubbi sul modello ALTe... 🤔......
- Da impianti abbandonati a risorse multifunzionali: e se... 🤯......
Una visione per il futuro: replicabilità del modello
Il progetto ALTe non si limita a Gandino, ma si propone come un modello replicabile per altre comunità montane che si trovano ad affrontare sfide simili. Questa ambizione di scalabilità deriva dall’approccio multidisciplinare e adattabile adottato nell’iniziativa. L’idea è di costruire una serie di best practices che possano essere adattate alle specificità di diversi contesti territoriali. La filosofia dietro questa replicabilità è la convinzione che ogni comunità, nonostante le differenze topografiche e culturali, condivida le stesse speranze di rinascita e resilienza. Un elemento chiave della strategia è la co-progettazione degli scenari di trasformazione. Questo processo prevede il coinvolgimento attivo delle comunità nella definizione e nella valutazione delle iniziative che le riguardano, promuovendo un senso di appartenenza e responsabilità condivisa per il successo del progetto. Giorgia Gandossi, consigliera delegata alla montagna, ha espresso l’importanza di integrare tradizione e innovazione, equilibrio cruciale per garantire uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Lasciare che le comunità definiscano il loro percorso di cambiamento non solo facilita l’accettazione delle nuove strategie, ma assicura anche che le soluzioni proposte siano sostenibili e adattabili nel lungo termine.
Riflessioni sul futuro delle comunità alpine
Il progetto ALTe rappresenta un faro di speranza non solo per Gandino, ma per tutte le comunità montane che lottano per superare le pressioni economiche e climatiche odierne. Questo tipo di iniziativa dimostra che, tramite politiche lungimiranti e coinvolgimento comunitario, è possibile rigenerare territori che rischiavano l’abbandono. Mentre il turismo invernale affronta difficoltà globali, progetti come ALTe suggeriscono soluzioni innovative che puntano a diversificare le economie locali e migliorare la qualità della vita degli abitanti. Nella storia delle montagne, non è raro trovare episodi di adattamento e resilienza. L’alpinismo, ad esempio, è evoluto oltre l’idea di conquista, diventando un esercizio di sostenibilità e rispetto per l’ambiente circostante. Riflettendo sul potenziale del progetto ALTe, si può cogliere un insegnamento più ampio: che le montagne non sono solo spazi di sfida fisica, ma anche opportunità d’innovazione culturale e ambientale. È attraverso l’ascolto delle voci locali e la valorizzazione delle loro risorse che si costruisce un futuro sostenibile. Ogni passo verso la cima non è solo una conquista personale, ma un impegno collettivo verso la salvaguardia di un bene comune.