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- 31 impianti sciistici chiusi a causa della riduzione delle nevicate.
- Le precipitazioni nevose sono diminuite del 40% rispetto alla media storica nel gennaio 2023/2024.
- La destagionalizzazione e le attività estive come escursioni e mountain bike sono viste come soluzioni per sostenere l'economia locale.
Impatto del cambiamento climatico sugli impianti sciistici abruzzesi
Il panorama montano dell’Abruzzo, con le sue cime maestose e i pittoreschi pendii, sta vivendo un profondo mutamento, influenzato dalle dinamiche inesorabili del cambiamento climatico. La diminuzione delle nevicate è un fenomeno che colpisce duramente la regione, provocando la chiusura di 31 impianti sciistici. Questo effetto domino ha conseguenze plurime: la riduzione degli afflussi turistici invernali determina un impatto economico negativo sulle comunità locali, tradizionalmente dipendenti dal turismo sciistico per il loro sostentamento.
In Abruzzo, l’inverno 2023/2024 è stato particolarmente caldo, con un gennaio che ha registrato temperature record, mentre le precipitazioni nevose sono diminuite del 40% rispetto alla media storica. Tali condizioni hanno reso difficile, se non impossibile, mantenere operativi gli impianti sciistici per tutta la durata della stagione. La scarsità di neve non è un episodio isolato, ma piuttosto un trend consolidato che si è intensificato nell’ultimo decennio, con effetti devastanti su settori chiave dell’economia locale come quello alberghiero, dei servizi di ristorazione, e degli impianti di risalita.
L’utilizzo della neve artificiale, sebbene una misura temporanea, richiede ingenti risorse in termini di acqua ed energia, elementi scarsi in un contesto di siccità crescente. Questo rende la gestione degli impianti sciistici non solo onerosa, ma anche ambientalmente insostenibile. Gli esperti avvertono che, senza un’inversione di rotta nei pattern climatici globali, la situazione è destinata a peggiorare, innescando un ciclo vizioso di impoverimento economico e degradazione ambientale.

Strategie di adattamento economico delle comunità locali
Nel contesto di questa crisi, le comunità locali dell’Abruzzo stanno cercando di adattarsi alle mutate circostanze e di trovare nuovi modelli economici. L’adattamento passa attraverso l’innovazione e la diversificazione, due pilastri essenziali per garantire la sostenibilità delle economie montane. Alcuni comprensori sciistici, anziché concentrarsi esclusivamente sulle attività invernali, stanno esplorando modelli di business che includono attività ricreative estive, come escursioni, mountain bike e turismo enogastronomico.
Quest’approccio viene definito “destagionalizzazione”, e rappresenta una soluzione percorribile per molte località turistiche. Rafforzare l’offerta turistica anche nei mesi più caldi potrebbe contribuire a diluirne l’uso, limitando così l’impatto ambientale e garantendo un flusso costante di entrate economiche. Nei comuni montani, le autorità locali, in collaborazione con imprenditori e residenti, stanno investendo in corsi di formazione per riqualificare lavoratori del settore turistico verso queste nuove aree di attività.
La destagionalizzazione, sebbene una sfida impegnativa, offre un’opportunità unica di rivitalizzare le comunità montane, promuovendo un’economia circolare e sostenibile che valorizzi i patrimoni culturali e naturali dell’Abruzzo. Tuttavia, la transizione richiede tempo, risorse e un forte sostegno istituzionale per garantire che le comunità superino questa fase di vulnerabilità economica.
Storie umane dietro la transizione
Dietro le statistiche e le strategie di adattamento, si celano le storie delle persone la cui vita è stata toccata dai cambiamenti in atto. Alcune testimonianze personali mettono in luce la portata reale dell’impatto del cambiamento climatico. Teresa, un tempo maestra di sci in una delle stazioni più rinomate di Campofelice, è una testimonianza viva della trasformazione in corso. Di fronte alla chiusura progressiva delle piste, ha cercato di reintegrare le sue competenze avviando un’attività di escursioni guidate nei mesi estivi, una mossa necessaria per garantire un flusso di reddito per la sua famiglia.
Gennaro Di Stefano, sindaco di Rocca di Cambio, descrive il passaggio verso un’economia più diversificata come una sfida ma anche un’opportunità per avviare una rinascita culturale e sociale della comunità. “Abbiamo la possibilità di riscoprire le nostre radici e valorizzare il nostro territorio in modi nuovi e creativi,” afferma con speranza.
Queste storie umane rappresentano solo un microcosmo della situazione più ampia, dimostrando come l’adattamento non sia solo una questione di politiche, ma anche di resilienza personale. “Mi sono sempre sentita parte di queste montagne”, dice Teresa, “e credo fermamente che ci sia un futuro per noi, purché siamo disposti a cambiare e ad abbracciare nuove possibilità.”
Nuove prospettive per il futuro
L’eredità del cambiamento climatico e il declino della neve continueranno a influenzare le montagne abruzzesi. Tuttavia, questa crisi può essere trasformata in un’opportunità per sostenere una transizione resiliente verso un modello economico sostenibile e inclusivo. Mentre la sfida è senza dubbio formidabile, la storia dimostra che le società umane hanno una notevole capacità di innovare e adattarsi in risposta alle pressioni ambientali.
Nel contesto di un alpinismo moderno in continua evoluzione, comprendere il legame intrinseco tra il clima e le attività montane diventa essenziale. Come suggerisce un principio cardine dell’alpinismo avanzato: non è solo importante raggiungere la vetta, ma anche saper tornare indietro in sicurezza, adattando la strategia ai cambiamenti del tempo. In questo prezioso insegnamento risiede la chiave non solo per sopravvivere, ma per prosperare in un ambiente sempre più mutevole.
Guardare avanti richiede un impegno collettivo per promuovere soluzioni climaticamente intelligenti e socialmente eque, con l’obiettivo di garantire un futuro in cui le generazioni future possano continuare a godere delle bellezze e delle ricchezze che le montagne abruzzesi hanno da offrire. La sfida, quindi, è promuovere una riflessione proattiva su come vivere in armonia con la natura, riducendo il nostro impatto e plasmando un futuro resiliente per tutti.