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- Il trio di alpinisti affronta lo Yalung Peak alto 7.590 metri, una delle vette più impegnative del massiccio del Kangchenjunga.
- Utilizzano lo stile alpino, salendo senza campi intermedi, per aprire una nuova via sul versante sud della montagna.
- Un campo base migliorato richiede un'ora in più di cammino, ma offre maggiore stabilità rispetto al 2023.
- La burocrazia nepalese impone un costo aggiuntivo di 10.000 dollari per la presenza di ufficiali di collegamento.
La Sfida dello Yalung Peak: Un Ritorno Atteso
La primavera del 2025 segna un momento cruciale per il mondo dell’alpinismo, con il ritorno di tre figure iconiche: Romano Benet, Nives Meroi e Peter Hámor. Dopo un tentativo fallito nel 2023 a causa delle avverse condizioni meteorologiche, il trio si prepara a riaffrontare lo Yalung Peak, una delle vette più impegnative e meno esplorate del massiccio del Kangchenjunga. Situato a 7.590 metri, lo Yalung Peak rappresenta una sfida significativa, non solo per la sua altitudine, ma anche per la sua posizione remota e la mancanza di percorsi consolidati. La decisione di ritentare questa scalata è motivata da un desiderio di rivincita e dalla voglia di esplorare nuovi percorsi in un ambiente incontaminato.
Un Approccio Innovativo: Stile Alpino e Nuove Vie
L’approccio scelto da Benet, Meroi e Hámor è quello dello stile alpino, una tecnica che prevede la salita senza l’ausilio di campi intermedi preinstallati. Questo metodo richiede una preparazione fisica e mentale impeccabile, poiché gli alpinisti devono affrontare la montagna in modo continuo, portando con sé tutto il necessario per la scalata. La loro intenzione è di aprire una nuova via sul versante sud dello Yalung Peak, un’impresa che non è mai stata tentata prima. La scelta di questo percorso non è casuale: il versante sud offre una sfida unica e rappresenta un’opportunità per lasciare un segno indelebile nella storia dell’alpinismo.

Preparativi e Logistica: Un’Organizzazione Meticolosa
La spedizione è stata pianificata nei minimi dettagli. Il campo base sarà posizionato su una spianata di terra, a un’ora di distanza da quello utilizzato nel 2023, offrendo un terreno più stabile rispetto alla pietraia del passato. Questo cambiamento, sebbene comporti un’ora in più di cammino per raggiungere la base della parete, è stato considerato un miglioramento significativo. Tuttavia, la burocrazia nepalese ha imposto la presenza di due ufficiali di collegamento, un obbligo che ha comportato un esborso aggiuntivo di 10.000 dollari. Nonostante queste difficoltà, il team è determinato a portare a termine la missione, con un equipaggiamento ottimizzato per ridurre il peso e massimizzare l’efficienza.
Un Nuovo Capitolo nell’Alpinismo Moderno
Questa spedizione non è solo una sfida personale per Benet, Meroi e Hámor, ma rappresenta anche un contributo significativo al panorama dell’alpinismo moderno. La loro determinazione a esplorare nuove vie e a superare i limiti imposti dalla natura e dalle condizioni meteorologiche avverse è un esempio di come l’alpinismo possa evolversi, mantenendo viva la tradizione dell’esplorazione e della scoperta. Il successo di questa impresa potrebbe aprire la strada a nuove spedizioni e ispirare una nuova generazione di alpinisti a esplorare le vette meno conosciute del mondo.
In un mondo sempre più connesso e affollato, l’alpinismo offre ancora la possibilità di trovare spazi di solitudine e riflessione. La montagna, con la sua maestosità e le sue sfide, ci ricorda l’importanza di rispettare la natura e di affrontare le difficoltà con umiltà e determinazione. Per chi si avvicina a questo mondo, è fondamentale comprendere che l’alpinismo non è solo una questione di conquista, ma anche di rispetto per l’ambiente e per sé stessi. La capacità di adattarsi e di trovare soluzioni creative di fronte agli ostacoli è una lezione che va oltre la montagna e si applica a molti aspetti della vita quotidiana.