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Addio all’alpinista Mario Andrighettoni: un esempio di passione e determinazione

La scomparsa di Mario Andrighettoni, a soli 55 anni, lascia un vuoto nel mondo dell'alpinismo e nella comunità di Rovereto, ricordando la sua ascesa all'Everest e il suo impegno nel volontariato.
  • La comunità di Rovereto piange la scomparsa di Mario Andrighettoni, alpinista di 55 anni, figura di spicco per le sue imprese e il suo impegno nel volontariato.
  • Andrighettoni, insieme alla moglie Francesca Raffaelli, ha scalato il Gasherbrum 2 (8.035 metri), prediligendo itinerari meno frequentati per un rapporto più autentico con la montagna.
  • Il 22 maggio 2007, Andrighettoni ha coronato il suo sogno raggiungendo la vetta dell'Everest senza l'ausilio di sherpa d'alta quota, dimostrando notevole preparazione e tenacia.

## Un addio commosso a Mario Andrighettoni, alpinista e uomo di montagna

La comunità di Rovereto e il mondo dell’alpinismo sono in lutto per la scomparsa di Mario Andrighettoni, mancato prematuramente all’età di 55 anni. La sua esistenza, segnata da imprese alpinistiche e da un forte coinvolgimento nel volontariato, lascia un vuoto profondo. Una grande folla ha partecipato al funerale di oggi, a dimostrazione dell’affetto e della stima che circondavano Andrighettoni.

Figlio d’arte, con un padre, Fausto, figura eminente della SAT di Rovereto, Mario ha assaporato l’atmosfera della montagna fin da piccolo, partecipando ai corsi di alpinismo organizzati dalla sezione locale. Il presidente della SAT, Gianmario Baldi, lo ricorda con affetto come un accompagnatore di alpinismo giovanile amato e apprezzato, capace di trasmettere competenza, gentilezza e un’allegria contagiosa. La sua dedizione non si limitava alle cime, ma si estendeva al soccorso sulle piste da sci dell’Altopiano di Folgaria, un luogo a cui era particolarmente legato.

## L’amore per la montagna, un’avventura di coppia

La passione per la montagna ha influito anche sulla sua sfera privata. Durante un’escursione della SAT nel luglio del 1994, Mario conobbe Francesca Raffaelli, che sarebbe diventata sua moglie e compagna di scalate. Insieme hanno vissuto esperienze memorabili, con la conquista dell’Everest come apice. Francesca fu la prima donna trentina a raggiungere la cima più alta del globo. La loro unione, rafforzata dall’amore per la montagna, li ha spinti a esplorare cime in ogni angolo del mondo, dalle Ande all’Himalaya. Nel 2006, in un comunicato della SAT, descrissero la loro ascesa al Gasherbrum 2, una vetta di 8.035 metri, evidenziando la loro predilezione per itinerari meno frequentati, alla ricerca di un rapporto puro con la montagna.
## Dalle Alpi all’Everest: un percorso di passione e determinazione
Il cammino alpinistico di Andrighettoni è stato segnato da una crescita costante, dalle Alpi alle Ande, fino all’Himalaya. Ha affrontato sfide ardue come il Lothse, dove incontrò Sergio Martini, un altro noto alpinista roveretano. Il 22 maggio 2007, realizzò il suo sogno raggiungendo la vetta dell’Everest, senza l’aiuto di sherpa d’alta quota, dimostrando notevole preparazione e tenacia.

Parallelamente alla sua passione per la montagna, Andrighettoni ha avuto successo nella sua carriera lavorativa. *Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria aeronautica presso il Politecnico di Milano, ha prestato la sua opera presso Microgate a Bolzano, dove si è dedicato allo sviluppo di sistemi di controllo per i telescopi di grandi dimensioni situati negli osservatori astronomici in Arizona e in Cile.*

## Un’eredità di passione e umanità
La scomparsa di Mario Andrighettoni lascia in eredità passione, competenza e sensibilità. Il suo ricordo resterà vivo in tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato, per il suo impegno nel volontariato, la sua dedizione alla montagna e la sua generosità. La sua figura è un esempio di come l’amore per la montagna possa unirsi all’impegno sociale e alla realizzazione professionale.
## L’importanza della preparazione e della consapevolezza in montagna

La storia di Mario Andrighettoni ci ricorda l’importanza della preparazione e della consapevolezza nell’affrontare la montagna. La sua esperienza, maturata fin da giovane grazie ai corsi della SAT, gli ha permesso di affrontare sfide sempre più impegnative, culminate con la conquista dell’Everest. La sua scelta di evitare percorsi troppo affollati e di privilegiare un contatto autentico con la natura testimonia una profonda consapevolezza dei rischi e delle responsabilità che comporta l’alpinismo.

Un aspetto fondamentale, spesso sottovalutato, è la conoscenza del territorio e delle proprie capacità. Affrontare una montagna senza un’adeguata preparazione fisica e tecnica può trasformare un’esperienza gratificante in una tragedia. È essenziale informarsi sulle condizioni meteorologiche, valutare il percorso e scegliere l’attrezzatura adeguata. Inoltre, è importante essere consapevoli dei propri limiti e non esitare a rinunciare se le condizioni non sono ottimali.
La montagna è un ambiente meraviglioso ma anche insidioso, che richiede rispetto e umiltà. La storia di Mario Andrighettoni ci invita a riflettere sull’importanza di affrontare la montagna con preparazione, consapevolezza e rispetto, per vivere esperienze indimenticabili in sicurezza.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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