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- andrea lanfri e massimo coda, due atleti amputati, hanno scalato con successo tre vette iconiche delle alpi: marmolada, gran paradiso e monte bianco.
- lanfri, colpito da meningite nel 2015, ha perso entrambe le gambe e sette dita delle mani, ma nel 2020 ha raggiunto la vetta dell'everest, entrando nel guinness dei primati.
- massimo coda, dopo un incidente nel 2009, ha subito l'amputazione di una gamba e, grazie a una protesi, è tornato a vivere la sua passione per l'alpinismo.
- il motto della cordata, «due uomini e una gamba», sintetizza lo spirito di collaborazione e resilienza che li contraddistingue.
L’estate del 2025 è segnata da un’impresa alpinistica senza precedenti: due atleti amputati, Andrea Lanfri e Massimo Coda, si sono lanciati alla conquista di cinque vette iconiche delle Alpi in totale autonomia. Questo progetto ambizioso, che ha già visto il successo sulla Marmolada, il Gran Paradiso e il maestoso Monte Bianco, rappresenta un potente messaggio di resilienza e determinazione.
Un’Ascesa Simbolica
Andrea Lanfri, atleta paralimpico che ha perso gli arti a causa di una meningite, e Massimo Coda, alpinista biellese amputato a una gamba in seguito a un incidente, hanno unito le loro forze per superare i propri limiti e dimostrare che la disabilità non è un ostacolo insormontabile. La loro cordata, unica nel suo genere, incarna lo spirito di chi non si arrende di fronte alle avversità. La conquista del Monte Bianco, in particolare, ha avuto un sapore speciale per Lanfri, che ha paragonato l’emozione provata a quella vissuta in Nepal. La vetta, raggiunta da capocordata, ha rappresentato una doppia soddisfazione e un ulteriore passo verso la realizzazione del suo sogno: l’Everest.

Storie di Resilienza
La storia di Andrea Lanfri è un esempio straordinario di come la forza di volontà possa superare anche le sfide più difficili. Colpito da una meningite devastante nel 2015, ha perso entrambe le gambe e sette dita delle mani. Nonostante ciò, è riuscito a trasformare la sua passione per la montagna in una fonte di ispirazione per sé stesso e per gli altri. Nel 2016, ha iniziato a correre con protesi in fibra di carbonio, diventando il primo atleta italiano con doppia amputazione a correre i 100 metri piani sotto i 12 secondi. Nel 2020, ha raggiunto la vetta dell’Everest, entrando nel Guinness dei primati. Massimo Coda, dal canto suo, ha subito l’amputazione di una gamba in seguito a un incidente in montagna nel 2009. Dopo anni di interventi chirurgici, ha deciso di farsi amputare l’arto per poter tornare a vivere la sua passione per l’alpinismo. Grazie a una protesi, è riuscito a riconquistare la sua vita e a realizzare il suo sogno di scalare le vette più alte.
Un Team Affiatato
La cordata formata da Lanfri e Coda è un esempio di come la collaborazione e il sostegno reciproco possano fare la differenza. I due atleti si sono conosciuti più di un anno fa e, dopo aver fatto qualche scalata insieme, hanno deciso di intraprendere questo ambizioso progetto. La loro affinità e la loro determinazione li hanno portati a superare le difficoltà e a raggiungere traguardi importanti. Il loro motto, “Due uomini e una gamba”, sintetizza perfettamente lo spirito di questa cordata unica nel suo genere.
Oltre la Vetta: Un Messaggio di Speranza
L’impresa di Andrea Lanfri e Massimo Coda non è solo una sfida sportiva, ma anche un potente messaggio di speranza e inclusione. I due atleti dimostrano che la disabilità non è un limite, ma una sfida da superare con coraggio e determinazione. La loro storia è un invito a non arrendersi mai, a credere nei propri sogni e a lottare per realizzarli. La loro cordata è un simbolo di come la diversità possa essere una ricchezza e di come l’unione delle forze possa portare a risultati straordinari.
Conclusione: L’Alpinismo come Metafora di Vita
L’alpinismo, in fondo, è una metafora della vita stessa. La salita verso la vetta rappresenta il percorso che ognuno di noi affronta per raggiungere i propri obiettivi, superando ostacoli e difficoltà. La cordata, invece, simboleggia l’importanza della collaborazione e del sostegno reciproco. Andrea Lanfri e Massimo Coda ci insegnano che, anche quando la strada si fa impervia e le difficoltà sembrano insormontabili, non bisogna mai arrendersi. La loro storia è un esempio di come la forza di volontà, la determinazione e la passione possano portare a realizzare i propri sogni, superando ogni limite.
Amici lettori, riflettiamo un attimo su questo. L’alpinismo, come metafora della vita, ci insegna che la vetta non è l’unico obiettivo. Il vero traguardo è il percorso, la crescita personale che si compie affrontando le difficoltà e superando i propri limiti. Una nozione base di alpinismo ci ricorda che la sicurezza viene prima di tutto: la rinuncia è una virtù, non una sconfitta. E una nozione avanzata ci suggerisce che l’alpinismo è anche un’esperienza interiore, un modo per conoscere sé stessi e il proprio rapporto con la natura.
Quindi, la prossima volta che vi troverete di fronte a una sfida, ricordatevi di Andrea Lanfri e Massimo Coda. Ricordatevi della loro cordata, del loro coraggio e della loro determinazione. E ricordatevi che, anche quando la strada sembra impossibile, c’è sempre una via per raggiungere la vetta.
- Pagina Wikipedia di Andrea Lanfri, biografia, carriera sportiva e alpinistica.
- Pagina Facebook ufficiale di Massimo Coda, utile per aggiornamenti diretti.
- Dettagli sulla presentazione della spedizione di Coda e Lanfri al Monte Kenya.
- Pagina ufficiale di Art4sport dedicata ad Andrea Lanfri, con biografia e successi.