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- Nel 2015, il restauro del Grand Hotel Radium ha trasformato un simbolo storico in un prosperoso centro di produzione di prosciutti.
- Il salumificio Marchisio utilizza un microclima naturale per la stagionatura, riducendo la necessità di tecnologia superflua.
- Il progetto ha creato nuove opportunità di lavoro locali, contribuendo a invertire il declino economico della zona.
Un’iniziativa di riscoperta e rinascita
Immerso nella bellezza serena delle montagne piemontesi, un antico e maestoso hotel, abbandonato al tempo e ai ricordi, è stato trasfigurato in un fiorente centro di produzione di prosciutti d’alta qualità. Tuttavia, questa non è solo una storia di riconversione industriale, bensì una narrazione che intreccia la tradizione e l’innovazione in un contesto sociale ed economico che cerca una sua nuova identità. Conosciuto un tempo come Grand Hotel Radium, l’edificio era una perla del turismo termale da inizio Novecento, una meta di prestigio che ospitava l’elite della cultura e del potere politico. Eppure, con il declino del settore termale, questo simbolo di opulenza venne chiuso e abbandonato alla ruggine e all’oblio.
All’inizio del XXI secolo, l’eclettica impresa del salumificio Marchisio ha intravisto un’opportunità in quel relitto storico. Così, nel 2015, è iniziato il meticoloso lavoro di restauro con una missione incentrata sul rispetto dell’ambiente e sulla conservazione del patrimonio culturale. Le caratteristiche architettoniche liberty sono state scrupolosamente riportate agli antichi splendori, evitando costruzioni moderne, in un rigido rispetto per lo sviluppo sostenibile. Qui, le cantine in pietra si prestano meravigliosamente a ospitare e indirizzare il naturale processo di stagionatura dei prosciutti. Il connubio tra storia e modernità non è solo un ornamento gradevole, ma un esempio tangibile di come branding e marketing possano evolvere verso una narrativa di sostenibilità.
Il processo produttivo: tra tradizione e innovazione
Sotto lo sguardo intelligente e rispettoso della tradizione del salumificio Marchisio, la produzione dei prosciutti trova il suo spazio perfetto tra le pietre antiche del vecchio hotel. La scelta consapevole di utilizzare materiali naturali per la stagionatura, come le intense venature delle pietre, porta a una gestione del clima interna eccezionale: qui, le cosce suine si maturano all’interno di un microclima che mantiene livelli di umidità e temperatura costanti senza ricorrere a tecnologia superflua. Il rispetto per la tradizione non preclude però l’innovazione: la carne viene lavorata con cura, facendo ricorso a un ridotto contenuto di sale rispetto al tradizionale disciplinare e arricchendo il prodotto con erbe di montagna locali e aromi naturali distintivi. In questo modo, si riesce a ottenere un prodotto d’élite che conserva uno spirito pionieristico distintivo.
La decisione di impiegare materie prime esclusivamente locali non è un mero atto formalità regionalista, bensì il fulcro di una visione che abbraccia la qualità e la responsabilità nel mercato alimentare. Ogni prosciutto è frutto di un’intima connessione con il territorio, una sorta di alleanza non scritta tra le genti che abbracciano le colline e le risorse naturali generosamente offerte dal territorio cuneese. Queste scelte coraggiose non posizionano solamente il prosciutto di Lurisia in una nicchia gastronomica, ma fungono anche da archetipo per l’industria alimentare convogliando un esempio di eccellenza capace di ispirare l’intera filiera.

Impatto economico e sociale locale
La riconversione di un simbolo storico in un centro di produzione prosperoso ha avuto un significativo impatto sul tessuto economico-sociale locale. L’opera di ristrutturazione dell’ex Grand Hotel Radium ha reintrodotto un’iniezione di vitalità nel contesto locale, non solo preservando un monumento storico, ma anche rifondendo un autentico senso di orgoglio e appartenenza. Questo rinnovato respiro economico si traduce in occasioni di lavoro per i residenti, determinando il ripopolamento di una zona che sembrava destinata a un inevitabile declino economico.
La scelta di tenere la produzione strettamente ancorata alla località di Lurisia ha quindi incentivato una cross-pollinazione reciproca di valori e benefici. I rapporti instaurati tra il salumificio Marchisio e i negozi del territorio, legati a un’efficienza redistributiva e a una vera e propria ricaduta sulla distribuzione dei profitti, indicano che la sostenibilità non è un semplice formalismo, ma un motore di vera giustizia sociale. In un periodo in cui le logiche di massimizzazione profitti rischiano di danneggiare il delicato equilibrio tra società e ambiente, Marchisio diventa l’emblema di un capitalismo consapevole, armonizzando crescita economica e rispetto per la persona e la natura.
Nughezu e il futuro sostenibile della montagna
L’operazione di successo del salumificio Marchisio non rappresenta solo una trasformazione interna, ma un paradigma di apprendimento per chiunque si chieda come bilanciare profitto e sostenibilità in una relazione simbiotica tra uomo e natura. Guardare al futuro significa considerare seriamente le implicazioni di uno sfruttamento eccessivo del pianeta, e adottare soluzioni innovative che rispettino l’ambiente senza rinunciare alle tradizioni culinarie.
In un contesto montano, sia nel mondo dei salumifici, ma anche in quello più ampio dell’alpinismo, riuscire a stabilire pratiche che non distruggano ecosistemi delicati è fondamentale. Come ogni scalatore sa bene, la conoscenza della montagna e il rispetto di essa sono segni distintivi di un’esperienza autentica e appagante, e sono motori che dovrebbero guidare anche i processi produttivi.
Viviamo in un’epoca in cui le scelte di consumo si intrecciano inscindibilmente con quelle di vita. Tornare alla montagna non solo per nutrirsi della sua bellezza, ma per comprendere e apprezzare il valore del suo silenzio e della sua forza, è un obiettivo che va ben oltre il marketing tradizionale. Abbiamo l’opportunità di formare rapporti autentici con la natura, di imparare a cogliere le opportunità che essa offre senza distruggerla, di raccoglierne i frutti con saggezza e umiltà. Questo è il sentiero che, chiunque stia attento alla storia del Grand Hotel Radium, dovrebbe seguire.