Scopri ‘Altitudini’: il festival che unisce cinema e montagna a Varese

Dal 14 al 16 marzo, Varese diventa il palcoscenico di “Altitudini“, una rassegna cinematografica che celebra la montagna attraverso una selezione di film presentati alla 72ª edizione del Trento Film Festival. Questo evento, organizzato dall’Associazione Amici di Riccardo Prina in collaborazione con il Trento Film Festival e Filmstudio 90 Aps, gode del patrocinio del Comune di Varese, dell’Università dell’Insubria e del Club Alpino Italiano, sezione di Varese. La direzione artistica è affidata a Mauro Gervasini, critico cinematografico e responsabile della programmazione del festival trentino. La provincia di Varese, spesso sottovalutata come territorio montano, si affaccia sulla Svizzera e sul Lago Maggiore, rappresentando a tutti gli effetti un ambiente alpino, spiega Gervasini, sottolineando l’importanza di creare un legame tra le storie alpine del Trento Film Festival e il territorio varesino.

Un Omaggio a Riccardo Prina

L’iniziativa “Altitudini” è un omaggio a Riccardo Prina, giornalista e critico d’arte varesino scomparso nel 2010. L’Associazione Amici di Riccardo Prina, fondata nel 2015, si impegna a mantenere viva la memoria di Prina attraverso eventi culturali poliedrici. Dopo il Premio fotografico legato al Premio Chiara e il concorso di critica d’arte al Liceo Cairoli, l’associazione propone ora un festival cinematografico, afferma Chiara Brovelli, presidente dell’associazione. La sinergia con Filmstudio 90, una location speciale per Riccardo, e il Trento Film Festival si è evoluta spontaneamente grazie all’amicizia con Mauro Gervasini.

Programma della Rassegna

La rassegna si apre venerdì 14 marzo con una mattinata dedicata alle scuole presso il Cinema Nuovo, dove verranno mostrati quattro cortometraggi che trattano la sostenibilità e il mondo montano. Questi film saranno presentati da Antonio Maria Orecchia e Adriano Martinoli, docenti dell’Università dell’Insubria. Tra le opere in programma figurano “Il Ritorno del Lupo” di Niccolò Barca e Tommaso Merighi, “Diciassette” di Thomas Horat, “Tales of Jan Mayen” di Hugo Pettit, e “The Ice Builders” di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro. La serata continua con la proiezione di “Diciassette”, che ha conquistato il Premio della Giuria 2024 al Trento Film Festival, seguito da “Il contrabbando non è peccato” di Nicola Buffoni. Sabato 15 marzo, il cineclub Filmstudio 90 ospiterà “L’età sperimentale” di Marco Zingaretti e “Le fils du chasseur” di Juliette Riccaboni, il vincitore della Genziana d’Oro. La giornata si concluderà con “Un pasteur” di Louis Hanquet, film pluripremiato. Domenica 16 marzo, l?evento si concluderà con “Tales of Jan Mayen” e “Les vagabonds du Logan” di Mathieu Rivoire.

Il Significato di “Altitudini” nel Contesto Moderno

L’evento “Altitudini” non è solo una celebrazione della montagna attraverso il cinema, ma rappresenta anche un’opportunità per riflettere sul ruolo della montagna nel contesto culturale e ambientale contemporaneo. La montagna è spesso vista come un simbolo di sfida e di conquista, ma è anche un luogo di rifugio e di introspezione. Attraverso i film presentati, si esplorano temi di sostenibilità, identità culturale e connessione con la natura.

In un contesto più amichevole, è interessante notare come la montagna rappresenti una sfida continua per l’alpinismo moderno. Le tecniche e le attrezzature si sono evolute, ma la montagna rimane un ambiente imprevedibile e affascinante. Una nozione base di alpinismo è la comprensione dell’importanza della preparazione fisica e mentale per affrontare le sfide che la montagna presenta. D’altra parte, una nozione avanzata riguarda l’etica dell’alpinismo, che enfatizza il rispetto per l’ambiente montano e la responsabilità verso la sicurezza propria e degli altri. Riflettere su questi aspetti può arricchire la nostra comprensione della montagna non solo come un luogo fisico, ma anche come un simbolo di crescita personale e collettiva.