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- La nona edizione del Verona Mountain Film Festival si terrà dal 18 al 22 febbraio 2025 presso il palazzo della Gran Guardia.
- Il festival ospiterà 11 film selezionati tra oltre 100 iscrizioni da 14 nazioni.
- Ingresso gratuito per promuovere un accesso democratico alla cultura montana.
- La giuria, presieduta da Piero Carlesi, premierà le migliori opere in concorso.
Fra i lungometraggi in competizione si segnalano opere come Into the (un)known, una pellicola che segue Kilian Jornet nella sua avventurosa traversata dei Pirenei, e I custodi dei confini, che propone una riflessione sui confini visti come punti d’incontro piuttosto che mere linee divisorie. Altre opere meritevoli includono The Great White Whale, incentrato sulle esperienze avvincenti di un gruppo di alpinisti nell’Oceano Antartico, e infine Give Back, un documentario sul tema del soccorso montano. La cerimonia conclusiva fissata per il 22 febbraio sarà impreziosita dalla proiezione del lungometraggio fuori concorso dal titolo Everest senza ossigeno; questo film ripercorre l’impresa straordinaria compiuta da uno scalatore danese deciso a conquistare la vetta dell’Everest privo delle bombole d’ossigeno.

Conclusioni e Riflessioni
Il Verona Mountain Film Festival emerge prepotentemente come una piattaforma non solamente dedicata alla cultura cinematografica ma anche come spunto cruciale per indagare il legame che esiste fra l’individuo e l’ambiente montano. Grazie all’offerta diversificata composta da pellicole e discussioni approfondite durante eventi programmati dal festival stesso, vengono messi sotto i riflettori argomenti imperativi quali la salvaguardia ambientale, l’affrontare le proprie sfide interiori e il fondamentale supporto comunitario. Ciò che realmente acquista rilevanza è come la montagna assuma tratti iconici sia della forza umana che della continua ricerca del nuovo: essa diviene così testimonianza tangibile della capacità umana di adattarsi mentre sconvolge categorie stabilite da tempo nel sociale. In tal senso, una chiara evidenza rimane attuale nel constatare quanto tale manifestazione insistente sulla necessità assoluta di preservare quei luoghi naturali, spesso trattati superficialmente dall’uomo contemporaneo, meriti attenzione; elemento interessante è infatti quello espresso attraverso la “montagna terapia”: esperienza profonda dalle molteplici facce terapeutiche correlate al rilascio naturale prodotto dalla frequentazione dei luoghi collinari. Inoltre, gli esempi ispiranti presenti nell’alpinismo giovanile aiutano attivamente i ragazzi ad apprendere valori e pratiche rispettose dell’ambiente montano.
Infine emerge forte quella dimensione contemplativa: ridurre tutto quanto elencato esclusivamente a una lotta fisica risulta fuorviante. Occorre prestare attenzione all’aspetto formativo implicito nell’alpinismo concepito nel suo insieme quale viaggio intimo propenso alla continua analisi dei confini autoimposti, accompagnandosi attraverso nuove aperture visionarie mai considerate prima d’ora. Nell’attuale periodo segnato da trasformazioni climatiche e sfide sociali, la montagna emerge quale ambiente di meditazione e iniziativa, fungendo da simbolo per ciò che siamo in grado di ottenere quando ci adoperiamo unitamente per costruire un futuro ecosostenibile.