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Virginio Epis: l’eroe bergamasco che conquistò l’Everest

La scomparsa di Virginio Epis, primo bergamasco a scalare l'Everest, lascia un'eredità di coraggio e solidarietà nel mondo dell'alpinismo italiano.
  • Virginio Epis è stato il primo bergamasco a raggiungere la vetta dell'Everest nel 1973.
  • Durante la discesa, Epis condivise la sua bombola di ossigeno salvando i compagni da una situazione critica.
  • Bergamo vanta undici cittadini che hanno scalato l'Everest, grazie all'esempio di Epis.

Il mondo dell’alpinismo italiano piange la scomparsa di Virginio Epis, un nome che ha segnato un’epoca nella storia delle scalate. Nato a Oltre il Colle, in provincia di Bergamo, Epis è stato il primo bergamasco a raggiungere la vetta dell’Everest, un’impresa che lo ha consacrato come leggenda. Il suo decesso, avvenuto l’8 febbraio 2025 all’età di 93 anni presso l’ospedale Parini di Aosta, è stato causato da una polmonite. La sua morte lascia un vuoto incolmabile non solo tra i suoi cari, ma anche tra gli appassionati di montagna che lo hanno sempre considerato un punto di riferimento.

La storica spedizione del 1973

L’impresa che ha reso Virginio Epis un nome immortale nel mondo dell’alpinismo è stata la partecipazione alla spedizione italiana del 1973 sull’Everest, guidata da Guido Monzino. Il 7 maggio di quell’anno, Epis, allora quarantenne, faceva parte della seconda cordata che raggiunse la vetta del monte più alto del mondo. Al suo fianco si trovavano il sergente maggiore Claudio Benedetti, il capitano Fabrizio Innamorati e lo sherpa Sonam Gyalchen. Durante la discesa, una bufera improvvisa colse di sorpresa la squadra, mettendola in una situazione critica a causa della carenza di ossigeno. Epis, con grande coraggio e lucidità, condivise la sua bombola di ossigeno con i compagni, salvando loro la vita. Questo gesto di altruismo è rimasto impresso nella memoria collettiva come simbolo di solidarietà e coraggio.

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  • Oltre la vetta: riflettiamo sull'eredità ambientale di Epis... 🌍...

Un’eredità duratura

Oltre alla storica scalata dell’Everest, Virginio Epis ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’alpinismo grazie alle sue numerose ascensioni nel gruppo del Monte Bianco e nelle Dolomiti. Pur risiedendo ad Aosta, ha conservato un legame profondo con il suo luogo natio, prendendo parte a diversi eventi commemorativi della spedizione del 1973. La sua figura ha ispirato molti alpinisti bergamaschi, tra cui Simone Moro, Mario Merelli e Mario Curnis, che hanno seguito le sue orme scalando l’Everest. Bergamo è l’unica provincia italiana a vantare undici cittadini che hanno raggiunto la vetta dell’Everest, un risultato che deve molto alla strada aperta da Epis.

Un ricordo che vive oltre le montagne

La scomparsa di Virginio Epis segna la fine di un capitolo importante nella storia dell’alpinismo italiano. Tuttavia, il suo spirito e la sua passione per la montagna continueranno a vivere attraverso le storie e le imprese di coloro che ha ispirato. I funerali si sono tenuti il 12 febbraio nella Cattedrale di Aosta, un momento di raccoglimento per amici, familiari e ammiratori che hanno voluto rendere omaggio a un uomo che ha dedicato la sua vita alla montagna.
In un mondo in cui le sfide alpinistiche continuano a evolversi, la figura di Virginio Epis ci ricorda l’importanza della preparazione, del coraggio e della solidarietà. La montagna, con la sua maestosità e i suoi pericoli, rappresenta una metafora della vita stessa: un percorso fatto di ostacoli da superare e di vette da conquistare. Per chi si avvicina all’alpinismo, è fondamentale comprendere che ogni scalata è un’opportunità per crescere e migliorarsi, non solo fisicamente ma anche mentalmente.

In un contesto più avanzato, l’alpinismo moderno si confronta con nuove sfide legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità. Gli alpinisti di oggi sono chiamati a riflettere sull’impatto delle loro imprese sull’ambiente e a cercare soluzioni che permettano di preservare le montagne per le generazioni future. Virginio Epis, con il suo esempio di rispetto e amore per la montagna, ci invita a considerare la nostra responsabilità verso la natura e a trovare un equilibrio tra avventura e conservazione.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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